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I cinque scrigni d’arte intorno a Eitch

Un mondo di capolavori in pochi metri: parliamo di alcune delle Chiese e delle Basiliche intorno a Piazza Navona, che - come il complesso Pamphilj, nel cui Collegio Innocenziano ci troviamo - custodiscono alcuni momenti unici della Storia dell’Arte. Nel nostro articolo precedente, dedicato al vicinissimo Chiostro del Bramante, avevamo menzionato la Basilica accanto: immaginando una giornata del vostro soggiorno all’Eitch, cominciamo dunque proprio da qui questa passeggiata nella Bellezza.

Santa Maria della Pace
La Basilica insieme rinascimentale e barocca, edificata nel 1482, fu restaurata e completata quasi due secoli dopo: da Pietro Da Cortona, pittore e architetto universalmente riconosciuto - assieme a Borromini e Bernini - tra i massimi interpreti del Barocco romano. Autore della facciata che “si spinge in avanti”, quasi a suggerire un palcoscenico teatrale, e anche dell’affresco nella Galleria del Palazzo Pamphilj - il primo edificio su tre del complesso architettonico al quale apparteniamo. Nella Basilica, una cappella costruita da Raffaello (che realizza anche ‘Le Sibille’, visibili dal primo piano del Chiostro di Bramante), un affresco del coevo Rosso Fiorentino, che nei suoi lavori anticipa di ben cinque secoli il Cubismo e l’Astrattismo, e un altare disegnato dal Maestro di Borromini, Carlo Maderno. Uomini e stili che s’incontrano - talvolta anche nella vita, per sempre nelle opere.

San Luigi dei Francesi
Attraversando Piazza Navona e andando verso il Pantheon, fermatevi nella Chiesa nazionale dei Francesi di Roma - anch’essa rinascimentale e, al contempo, barocca. Costruita grazie alla generosità di Caterina de’ Medici sul progetto di Giacomo Della Porta, allievo di Michelangelo, che dopo la morte del Maestro avrebbe completato la cupola della Basilica di San Pietro. Nella cappella della navata di sinistra, tre capolavori del Caravaggio. L’ultima della quale, ‘La Vocazione di San Matteo’, tappa immancabile e quasi di pellegrinaggio per la meraviglia di una storia raccontata con la luce: la prima grande tela nella quale Michelangelo Merisi immerge la scena nella penombra, guidando così la trama e lo sguardo.

Sant’Agostino
Proseguendo a sinistra, arriverete alla Basilica dei Santi Trifone e Agostino. La cui facciata, ispirata alla Chiesa di Santa Maria Novella di Firenze e attribuita a Leon Battista Alberti - una delle figure più poliedriche del Rinascimento - viene costruita con del travertino proveniente dal Colosseo. Una pietra che verrà usata da tutti i grandi architetti del Rinascimento e del Barocco, da Bramante a Borromini e Bernini. All’interno, un’altra opera di Raffaello - l’affresco del Profeta Isaia - e un altro capolavoro di Caravaggio: ‘La Madonna dei Pellegrini’, donata alla Basilica come ringraziamento per l’asilo concesso dopo il ferimento a Piazza Navona di un rivale in amore. Un’opera che, andando a collocare la visione della Vergine nella Roma seicentesca, rompe la tradizione iconografica - suscitando non poca agitazione tra i contemporanei. E nella quale, come nella ‘Vocazione di San Matteo’, il Divino “fuori dal quadro” si manifesta attraverso la luce.

Santa Maria sopra Minerva
Tornando verso il Pantheon e superandolo a sinistra, troverete uno dei pochissimi esempi di architettura gotica a Roma. Cominciata sopra un’area sacra di epoca romana nel 1280, terminata sotto l’influenza barocca nel 1725 e rimodificata in stile neogotico nel 1850. All’interno, la statua del ‘Cristo Redentore’ di Michelangelo (che il Concilio di Trento parzialmente copre con un drappeggio in bronzo), un dipinto del Perugino (Maestro di Raffaello e uno dei massimi esponenti dell’Umanesimo) e alcuni monumenti funerari di Bernini. Infatti, in questa Basilica ci sono le eterne dimore di Santa Caterina da Siena, ben cinque Papi, diversi Cardinali e non pochi artisti – compresa quella del Beato Angelico.

Santa Maria in Vallicella
Infine, uscendo in Largo Argentina e prendendo il Corso Vittorio Emanuele II, cercate la cosiddetta ‘Chiesa Nuova’ - come chiamata al momento della richiesta di costruirla, nel 1551. Un’altra storia di interventi nel tempo, dalle modifiche alla pianta originale (di Giacomo Della Porta, nel 1585) a quelle alla cupola, di Pietro da Cortona nel 1650, che qui eseguirà anche gli affreschi della cupola e della volta. Nella Chiesa, un pulpito in legno disegnato da Borromini e tre affreschi di Sir Pieter Paul Rubens - “pioniere” del Barocco in Europa, che vive e lavora in Italia per otto anni. E che, rendendosi conto degli effetti della troppa luce, divide il dipinto originale e lo appoggia su un supporto di ardesia.

Gli occhi pieni di Bellezza, da Michelangelo e Raffaello a Caravaggio, ora siete pronti a tornare a Piazza Navona e all’Eitch, tra le architetture di Borromini e le opere di Bernini. Per farlo, prendete però la Via del Governo Vecchio e fermatevi un momento nella Piazza dell’Orologio: la torre, con le sue curve e il suo campanile “invisibile”, l’unico al mondo attraverso il quale si vede il cielo, è stata costruita da Borromini…

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